Israele torna alla normalità

Dato il clima che stiamo vivendo a livello mondiale, difficilmente ci viene da pensare di poter partire. Tuttavia, è giusto ritornare a vivere, a viaggiare, alla vita di prima, ovviamente con le dovute precauzioni. Israele è tutt’altro che insicuro, poiché lo stato israeliano ha avuto come prerogativa la mobilitazione generale del sistema sanitario. In Israele oltre il fatto che la curva dei contagi sta calando a picco, anche gli ospedali si stanno svuotando: questo ovviamente è dovuto al fatto che, citando i dati presi dal ministero della salute israeliana “4.649.654 persone sono state completamente vaccinate contro il Covid-19 (due dosi), più della metà della popolazione israeliana, e circa 550.000 hanno ricevuto la prima dose”. Proprio per questo, Israele è il Paese cui tutto il mondo guarda per vedere gli effetti del vaccino anti Covid-19 distribuito a tappeto. Se anche non è stata raggiunta l’immunità di gregge, si è arrivati a un’immunità di massa che permette il controllo della pandemia e il ritorno a una vita “normale”: difatti nel corso di queste ultime settimane i bar e ristoranti cominciano a riaprire, così come i teatri, palestre e negozi, ovviamente sempre con le dovute precauzioni e sempre indossando la mascherina. Si sono iniziati a vaccinare ovviamente le categorie più a rischio all’inizio (come gli anziani e il personale sanitario), continuando poi con le altre fasce d’età della popolazione. Sono rimasti da vaccinare una piccolissima parte di persone e sarà necessario per lo stesso motivo, vaccinare anche i giovanissimi.

E Israele insegna anche come convincerli poiché molti per pigrizia non volevano vaccinarsi… e così la sera nei bar i team di sanitari hanno offerto birra e cholent (spezzatino) agli studenti ebrei, focaccia e falafel (polpette di ceci) agli studenti arabi, se prima si facevano vaccinare.

La si chiama incentivazione alimentare e l’abbiamo inventata secoli fa… con un piatto di lenticchie